Non è l’appellativo che commenta la gara (i pettirossi hanno vinto meritatamente), ma il riassunto in un’unica, triste parola, di ciò che ci siamo trovati davanti a fine partita: spogliatoio aperto, cellulari spariti, soldi passati in altre mani, gita notturna dai carabinieri.
Succede all’Olimpic Center, nonostante i gestori dicano di ‘non aver visto volti di persone pericolose’. Figuriamoci. Succede, forse, perché lo spogliatoio è aperto prima del nostro arrivo, liberando la strada a chi evidentemente non vede l’ora di fare il teppista.
Il Katenaccio non parte benissimo: la difesa non gira come dovrebbe, Alberto soffre Fanelli, Duni è circondato da giovani veloci e vigorosi, Dario non sembra quello delle grandi occasioni. E così Proforma passa in vantaggio su un pallonetto di FaFà che beffa Chila che stava uscendo e si trova a metà strada.
Dopo il secchio d’acqua gelata in testa, però, cambia tutto. La partita, una volta tanto, si vince in attacco: la difesa si registra e gli avversari sono sempre più costretti a lanciare la palla lunga e a non sfruttare passaggi di prima e piedi buoni, ma è soprattutto avanti che il Katenaccio fa la differenza, recuperando un’infinità di palloni morti e rispondendo sempre con prontezza ai non pochi errori difensivi degli avversari.
A metà gara piovono bombe, con Cruz sugli scudi. Dopo un po’ di rallentamento sul 4 a 2, sale in cattedra uno strepitoso Carofiglio, nettamente il migliore in campo. Per El Kelin (citazione dotta del nuovo attaccante del Cagliari) un uno-due dalla destra, dopo decine di metri di corsa, che dicono molto sia della sua forma sia della totale assenza di copertura avversaria sulle fasce.
Finisce 6 a 3. Poveri ma belli.
Chila 5.5 – La squadra vince e lui conferma la sua solita sensazione di sicurezza tra i pali, però è responsabile nel primo gol (esce dai pali quando non avrebbe dovuto) e nel terzo quando, ancora alle prese con le polemiche con FaFà per il rigore conquistato da Proforma, si fa impallinare dalla tre quarti. Senza polemica non sa stare, ed è un peccato.
Dario 6.5 – Un solo, grave, errore. Che però sembra sbloccarlo dopo un inizio incerto. Nella seconda parte di gara, complice anche un sontuoso Carofiglio, porta la fascia destra in gloria: è su questa corsia che il Katenaccio costruisce il suo successo.
Alberto 6.5 – Marcare FaFà non è facile per nessuno, soprattutto se lui gioca in anticipo, di prima, cercando i compagni. E all’inizio, infatti, bisogna disperatamente inseguire. Col tempo prende confidenza, forse anche troppa secondo gli avversari, e inizia un lento ma inesorabile dominio fisico e, poi, anche psicologico.
Duni 6 – Una partita pressoché anonima. Soffre come tutti all’inizio, con l’aggiunta di avversari che sulla sua fascia sono giovani, belli e senza la panzetta. Alla fine però salva la faccia e la fascia. Sbaglia troppo in fase di costruzione ma corre fino all’ultimo secondo, inserendosi anche nei contropiede rabbiosi del finale.
Boezio 6 – Non riesce a fare l’uovo. Due passi troppo avanti per fare la diga, due passi troppo indietro per fare il numero 10. Ogni tanto arrivano interditori, cacciabombardieri, minacce. Lui fa quello che può. Il meglio lo dà quando parte palla al piede: è grado di spaccare la difesa avversaria in due.
Carofiglio 8 – Spaventoso. Non butta il pallone quasi mai ma è la condizione fisica a fare la differenza, soprattutto nel finale, contro una difesa sistemata male e comunque piuttosto insicura. Se la partita fosse durata dieci in minuti in più avrebbe segnato altri due gol (se fosse durata cinque minuti in meno, forse, non ci avrebbero svaligiato lo spogliatoio, ma questa è un’altra storia).
PJ 6.5 – È tra i principali artefici del successo katenacciaro. Sempre nella partita, spesso nella metà campo avversaria a lottare e rubare palloni, raramente in affanno fisico, a volte anche capace di dar manforte dietro, specie quando sulla fascia sinistra arrivano in tre. Poi si trova bene con Cruz e la squadra migliora quasi automaticamente.
Cruz 7 – si diverte e si vede. Ci divertiamo anche noi quando si diverte lui. Tenta numerose soluzioni avanti, gioca coi compagni, ogni tanto diventa incontrollabili, sbaglia poco. E conferma una nostra sensazione che lui non vuole imparare ma che l’evidenza spiega in modo evidente: centravanti è meglio.
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