sabato, gennaio 25, 2014

21 gennaio 2014 - Katenaccio-Nardullese 1 a 4

Arriva una sconfitta per il Katenaccio, netta quanto sostanzialmente inevitabile. Il 4 a 1 inferto dalla Nardullese è giusto per ciò che si è visto in campo, ma non racconta bene il sostanziale equilibrio nel risultato, rimasto in bilico fino a un quarto d'ora dalla fine grazie all'arcigna resistenza della difesa.

I pettirossi, decimati a causa delle assenze (anche dell'ultima ora) stravolgono la loro formazione tipo inserendo due innesti totalmente nuovi sulle fasce laterali (Dario del Rosafante a sinistra; Fulvio Totaro a destra) e riconvocando Cruz dopo più di un anno di assenza. Gli avversari, invece, si presentano in formazione praticamente titolare, con la pericolosissima copia Bastè-Cacio in avanti.

Ci vogliono 25 minuti e una deviazione di Marco su un tiro da fuori di Bollitos per sbloccare il risultato, e ci vuole un eurogol di Cruz per trovare la nostra via della porta. Incredibile l'autogol di Dario che fissa il risultato sul 2 a 1 e dà una mazzata molto forte al morale dei nostri, che sognavano di fare il classico colpaccio katenacciaro: un'ora in difesa e un gol a culo.

Max scoppia fisicamente, la squadra si sfarina, arriva il 3 a 1. Game over, il 4 a 1 è l'ovvia conseguenza ma nel finale il passivo potrebbe allargarsi ancor di più. Niente da rimproverare ai ragazzi, che sono rimasti aggrappati alla partita sebbene fossero chiaramente meno forti degli avversari.

Chila 6.5 (premio stagnola Sky): se un portiere è il migliore in campo, si capisce già molto dell'andamento di una partita. Se il portiere è il migliore in campo dopo una sconfitta per 4 a 1, si capisce ancor di più. È per buona parte grazie al suo istinto se si riesce a restare in equilibrio, quasi fino alla fine. Totalmente incolpevole sull'autogol e mezzo che determina l'incontro, prende un gol sotto le gambe (il 3 a 1) che alla fine si rivelerà la tomba dell'incontro.

Fulvio 6: alla prima assoluta con il Katenaccio, non poteva iniziare da una sfida più difficile. Gli avversari ci sovrastano fisicamente e noi dietro ci sistemiamo con tre ragazzi di buona volontà. Lui, in ogni caso, fa bene il compito assegnato: chiude, copre, non commette grossi errori, non lascia troppi spazi. Nel finale prova timidamente a spingere. Di più non si poteva.

Duni 6: buttato nella mischia da difensore centrale (ma non si poteva fare diversamente) gioca una partita al di sopra delle sue stesse aspettative, riuscendo (anche con una serie di pallonate in varie parti del corpo) a difendere la porta di Chila. A metà gara fa i suoi primi venti minuti da mediano di centrocampo per sostituire Max e realizzando quanto sia importante e difficile quel ruolo. Una sbavatura piuttosto rilevante sul terzo gol di Cacio gli fa perdere mezzo punto.

Dario 5.5: inizia con il piglio giusto, combatte, spinge, si propone. Lo spartiacque del suo incontro è, abbastanza chiaramente, il clamoroso autogol che compromette in buona parte le speranze del Katenaccio di buttarla in caciara alla ricerca di un risultato positivo. Da quel momento in poi, anche a causa di un calo fisico generale, ne azzecca molte di meno.

Max 5.5: non è la sua partita e lui è il primo a rendersene conto. Fisicamente non è a posto, quando servirebbe un autentico leone, e non è un caso se il primo gol arriva con un tiro da fuori e il grosso delle azioni pericolose arriva con conclusioni centrali o verticalizzazioni. Prova centrale, chiede addirittura il cambio. Un peccato, in condizioni fisiche ottimali si sarebbe esaltato in una sfida tosta come questa.

Cruz 6: così lo lasci, così lo trovi. Una grande notizia per i suoi fan, la solita delusione per i suoi detrattori. Fa e disfa da solo. Prende un palo pazzesco da quasi metà campo sullo zero a zero, inventa un gol meraviglioso dopo aver dribblato mezza squadra avversaria e piazzandola nell'angolino, ma perde anche una marea di palloni a centrocampo in fase di impostazione. È un lusso, perché quei piedi sono lussuosi, ma non sempre possiamo permettercelo.

Marco 5.5: non è aiutato né dai compagni, poco propositivi in fase offensiva, né dall'avversario (Ciccio è il doppio di lui e non è dolce di sale). Quindi il poco spessore offensivo del Katenaccio non può essere attribuito del tutto a lui. Allo stesso tempo non è riuscito a tirar fuori il cilindro, la singola giocata, il lampo che in questi mesi, anche nelle sfide più dure e nella solitudine più totale al centro dell'attacco, era diventato il suo marchio di fabbrica. 

sabato, gennaio 11, 2014

9 gennaio 2014 - Katenaccio - Rosafante 9 a 1

Anno nuovo, squadra nuova, o qualcosa del genere.

In realtà in campo c'è il giusto mix di senatori e nuovi innesti, ma ciò che colpisce è il modo di stare in campo. Uno dei migliori Katenacci di stagione, forse uno dei migliori Katenacci degli ultimi tempi, porta a casa un pienissimo 9 a 1 contro un avversario storicamente ostico contro il Rosafante.

Ciò che colpisce, rispetto al solito e rispetto ai nostri difetti congeniti, è la tenuta nella gara. Raramente i pettirossi hanno avuto lo stesso livello di intensità per sessanta minuti. Oramai stava diventando ricorrente una tendenza a giocare splendide prime parti di gara per crollare nel finale, o al contrario si entrava molli in campo e ci si risvegliava quando era troppo tardi.

Questa volta, invece, c'è stata al massimo una pausa di intensità di cinque minuti a cavallo dell'unico gol subito. Per il resto, il Katenaccio ha giocato sempre come se si fosse sullo zero a zero. E dire che il pallino del gioco lo ha tenuto in mano il Rosafante quasi sempre, ma il grande numero di passaggi, tagli, corse sulle fasce e iniziative centrali degli avversari è stato poco più che sterile, mentre i pettirossi hanno potuto orchestrare nel miglior modo possibile, cioè in contropiede, e sono stati letali in due fondamentali. 4 gol su 9 sono derivati da disattenzioni difensive: errore dei Rosafante uguale gol fatto, praticamente al 100% dei casi. Altri 4 gol sono derivati da azioni in massimo tre tocchi. Scarico laterale, corsa, alleggerimenti, cross al centro e tapin vincenti spesso a pochi metri dalla porta. Il restante gol è una prodezza individuale di uno straripante Carofiglio.

Dietro Chila tiene botta senza grossi problemi, e la difesa fa molto meglio rispetto alle ultime uscite.

nb. a fine anno ci siamo presi un sacco di mazzate dagli amici di Fabio Fanelli in un bellissimo matinée al Free Time con un sole quasi primaverile. Non è che non abbiamo fatto le pagelle per reticenza, ma solo perché non ci siamo organizzati. 

Chila 7: questo tipo di partite è solitamente velenoso perché i pericoli arrivano raramente e in modo piuttosto casuale. Però il portierone c'è e si vede almeno in un paio di interventi bassi decisivi. Solo lui poteva andare a litigare con l'attaccante avversario (pur avendo ragione) a fine gara, sul 7 a 1. È il nostro Balotelli.

Vittorio 6.5: il ragazzo è forte, ha i piedi, ha intensità, corre come un pazzo, è perfetto per il Katenaccio. Ma non sempre sembra trovarsi a suo agio con compagni di squadra tarati da anni a giocare come se fossero in Scottish Premier League e non come se fossero nelle difese della Juve di Conte. Parte terzino, un ruolo non propriamente suo, fa il bello e il cattivo tempo con Chelino sulla fascia, ma alla fine perde troppi palloni avanti e paradossalmente fa meglio dietro.

Angioletto 6.5: partita a due velocità. All'inizio è praticamente perfetto, nella prima mezz'ora è probabilmente il migliore dei nostri. E lo è perché è ordinato. Fa il suo compito, perfetto nei ripiegamenti, non cerca cose troppo difficili, non ha la sua consueta fretta di strafare. Alla distanza, vuoi per stanchezza o vuoi per insofferenza in un ruolo non suo, inizia a cercare di alzare il suo ritmo ma in realtà va fuori giri. Partita comunque assai apprezzabile.

Duni 6.5: gioca centrale perché non può fare diversamente (Mimì, torna presto, che faccio fare brutta figura), negli ultimi due anni è successo spesso. È lento, fuori forma, timido, impacciato, con problemi di coordinazione. Eppure, non si sa bene come, con generosità e un briciolo di saggezza tattica, guida la difesa con ordine. Alla fine il tabellino del risultato finale parla molto chiaro e promuove il capitano.

Chelino 7: fisicamente è il miglior Carofiglio di sempre. Tra l'apnea, gli allenamenti e i grandi sforzi fuori dal campo (Stagnola!) ci mancherebbe altro. Quando riesce a non mettersi fretta da solo, è semplicemente devastante. Raggiunge il fondo un'infinità di volte. L'ultimo passaggio non sempre riesce, ma quando c'è, è quasi sempre gol perché mette l'attaccante solo davanti al portiere. Il suo gol è certamente il migliore del match.

Pierpaolo 7.5: non so come la pensino i miei compagni di squadra, però la partita di giovedì è stata illuminante dal punto di vista tattico e strategico. La prestazione del nostro regista avanzato è la conferma, se mai ci fosse bisogno, che il Katenaccio non darà mai il massimo senza un centrale di centrocampo. Si vince più facilmente con Pier, con Puma, con Max lì in mezzo (figurarsi con due di loro insieme). Quando Pier ha il pallone tra i piedi, è quasi come metterlo in cassaforte. Offre sempre due soluzioni di tiro e passaggio. Fondamentale.

Marco 7.5: sta giocando forse la sua migliore stagione con il Katenaccio. Il Rodrigo Palacio di Via Campione (nel senso che lo lasciamo da solo in mezzo a quattro difensori e gli diciamo 'veditela tu') è molto cambiato rispetto al passato. Prima era l'ala che tirava i terra-aria e ti risolveva le partite così. Ora è prima punta di enorme sacrificio, fa gol meno belli, ma ne fa anche molti di più... il tabellino a questo giro dice cinque, e dice anche che per questo è il migliore in campo.