sabato, marzo 15, 2014

13 marzo 2014 - Katenaccio - Rosafante 8 a 6

Il Rosafante fa la partita, il Katenaccio la vince tutto sommato con merito. Strepitoso l'asse centrale (Santarella - Carofiglio - Martinelli), ma il colpo di genio è del player-manager Amenduni che rivoluziona la squadra dal punto di vista tattico piazzando Cruz terzino sinistro, se stesso terzino destro (pur essendo mancino perso) e Chelino alla mediana. Squadra in equilibrio, vittoria portata a casa.

Andrea 7.5: in forma smagliante. Compie almeno quattro interventi impossibili con il centravanti avversario a due metri dalla porta, non compie errori rilevanti, finché la gamba lo aiuta riesce a rilanciare l'azione in maniera efficace (poi lascia le rimesse dal fondo ad Abba). È uno dei protagonisti assoluti della vittoria.

Cruz 6.5: nasce centravanti, ma è dalla posizione di terzino sinistro che il nostro talento più cristallino (e discontinuo) potrebbe regalarci le maggiori soddisfazioni. Tutti i pregi e i difetti rimangono inalterati (dribbling impossibili versus palle perse nella nostra metà campo con la squadra sbilanciata), ma la squadra non subisce scompensi impossibili e lui può fare e disfare a piacimento. Dal punto di vista tattico, resta sempre un lusso, ma avantieri la squadra ha risposto benissimo (e lui ha anche segnato).

Abba 6.5: era il giocatore che aveva più da perdere, ma porta a casa la pellaccia. Un'ora di bisticci con il portiere (che gli urla per tutta la partita perché è statuario e gli impalla la visuale), più di un problema contro attaccanti più veloci di noi, ma allo stesso tempo grande presenza atletica, nessun grave errore e un finale in crescendo. Se prende coraggio e autorità diventa un'arma in più per la nostra difesa.

Duni 7: mezzo punto in più e menzione speciale "Giovanni Trapattoni" per l'intuizione nel sistema di gioco che ci permette di vincere nonostante gli evidenti limiti strutturali. Chelino mediano è l'unico che poteva fare quello che ha fatto, Cruz non si è incasinato, la squadra ha retto. L'esperienza di terzino destro è alla fine vincente. Ci mette mezzora a capire come usare il sinistro e il destro, ma regge e mette a referto anche due salvataggi sulla linea.

Chelino 7.5: fisico tonico (grazie alle apnee di ogni forma e colore), tenuta atletica straripante, deve essere tenuto a bada perché va spesso fuori ruolo per eccesso di entusiasmo, soprattutto all'inizio. Dopo un centinaio di "torna indietroooo" si mette in ordine e da quel momento non ce n'è per nessuno. Quando ha due metri di campo e copertura tattica a sufficienza parte palla al piede, si allarga e diventa incontrollabile. Conquista sul campo il soprannome "Taz" (diavolo della Tasmania).

Vito 6.5: non è una partita semplice per lui, anche perché il Katenaccio ha spesso il baricentro molto basso (Abba gioca praticamente libero, i terzini spingono pochissimo). Per buona parte della gara è lasciato solo a recuperare palloni vaganti (alti, veloci, storti) e fa quel che può per tenere in piedi la baracca. Quando però riesce a scambiare con Marco, la musica cambia decisamente. La combo "sponda del centravanti + inserimento alla Perrotta" sta diventando la specialità della casa.

Marco 8.5 (uomo stagnola Sky): Duni in versione pagellista sta oramai sfiorando l'omosessualità calcistica. Un'altra prestazione monumentale. È l'unico che quest'anno riesce a fare reparto da solo. Fisicamente ha sempre meno problemi contro avversari alti, grossi, cattivi, veloci. Quando lo cerchiamo da dietro fa sempre la cosa giusta (o almeno ci prova). La sponda di petto di prima per l'incursore di centrocampo crea quasi sempre scompiglio e superiorità numerica. Migliore in campo, ma nettamente.

domenica, marzo 09, 2014

8 marzo 2014 - Memorial Giangi

Il Katenaccio giunge terzo nella seconda edizione del Memorial Giangi, migliorando il piazzamento dell'anno scorso (arrivammo ultimi, non ci voleva poi tanto) ma con lo stesso numero di punti: 3. Una vittoria e due sconfitte per i pettirossi che hanno perso per strada quasi mezza squadra nei giorni precedenti al quadrangolare e sono arrivati in campo con soli sette giocatori, senza un giocatore di fascia destra e con Soda che tornava in campo con noi esattamente dopo un anno.

Al netto delle attenuanti generiche, non abbiamo giocato le migliori partite della loro stagione, ma non abbiamo neanche subito tracolli clamorosi. Abbiamo esordito contro i Galletti, poi vincitori del torneo. 4 a 2 il risultato finale contro la squadra che, almeno per ciò che abbiamo visto noi, ha chiaramente meritato di vincere il torneo. Risultato giusto, ma il Katenaccio può ampiamente recriminare: Pierpaolo sbaglia un rigore sull'1 a 0 per gli avversari (una rarità), Marco centra un palo clamoroso su punizione, gli avversari segnano tre gol su quattro su rimpalli fortunosi.

Il crocevia del nostro torneo arriva a metà del secondo tempo della sfida contro i Paulista. Il risultato è fermo sull'1 a 1, gli avversari ci stavano prendendo a pallate ma il contropiede katenacciaro iniziava a far vedere il suo lato più malandrino. Max arriva in netto anticipo sul suo avversario diretto, ma subisce un fallo brutto e soprattutto evitabile. Finisce a terra, pianti di dolore, è costretto a uscire dal campo per quasi tutto il secondo tempo. Senza cambi, siamo in 6 contro 7 nel bel mezzo di un quadrangolare (con tutte le altre squadre con non meno di tre riserve). Gli avversari alzano il ritmo (e anche su questo si potrebbe fare un ragionamento), due gol in cinque minuti, match e torneo compromesso.

Nella sfida tra le cenerentole del torneo, il Katenaccio batte i Maltesi 4 a 3. Marco, fino a quel momento impalpabile, inizia a giocare, Pierpaolo ha più spazi, la squadra è quella che conosciamo, anche se nel finale arriviamo vicinissimi a buttare tutto per aria e siamo salvati dalla campanella di fine gara.

Gianluca 5.5: triangolare condito da una quantità fuori programma di alti e di bassi. Alterna parate molto apprezzabili a cali di tensione soprattutto in occasione di alcuni tiri bassi che lo sorprendono, praticamente in tutte le partite. Il resto del reparto difensivo, a sua volta in calo dopo una serie di prestazioni eccellenti, non lo aiuta dal punto di vista della reattività.

Ricky 5.5: è il sacrificato di giornata. Parte mediano nella configurazione originale (Soda centravanti, Marco terzino), ma quando capiamo che non funziona va a riempire la casella drammaticamente vacante: la fascia destra. Regge per quel che può in un ruolo non suo, ma non riesce a fare bene né la fase difensiva, né riesce a manovrare con la palla. Molto meglio (come tutti) nella terza partita. Voto 10 per la diagnosi medica in tempo reale dopo l'infortunio di suo fratello.

Max 6 (premio stagnola Sky): acclamato come migliore dei nostri da Mister Mimì e dal dirigente Santarella a causa della sua voglia di rientrare in campo dopo l'intervento da codice penale (ci riesce già nella seconda partita). Difficile tenere alta l'intensità per 90 minuti consecutivi contro avversari che corrono di più di te, lui fa quel che può, alternando grandi recuperi individuali a qualche sbavatura decisiva nel cuore dell'area.

Duni 6: uno dei più continui del Katenaccio, gioca tre partite di pari livello con gli stessi pregi e gli stessi difetti. Molto bene negli uno contro uno, benino nel presidio della fascia, poco bene in fase di impostazione, male in occasione del primo gol contro i Paulista: lentissimo a coprire in un errore che poi si rivelerà determinante nell'economia del quadrangolare.

Soda 5.5: torna a giocare con noi esattamente a un anno di distanza dall'ultimo memorial Giangi. Parte nella sua posizione consueta, centravanti, ma la squadra è oramai abituata a giocare con Marco e con una punta che gioca di sponda di prima, e l'amore non sboccia. Meglio da regista, bene quando gioca la palla in due tocchi, molto meno quando indugia troppo prima di liberarsene.

Pierpaolo 5.5: fa fatica, fa molta fatica, e lo ammette lui stesso. Sbagliare un rigore nella prima partita e sull'1 a 0 è tosta per chiunque. Non prova nemmeno a giocare nella sua consueta posizione di regista, quella che ha fatto fare il salto di qualità alla nostra squadra in questa stagione, tentando di fare l'ala a supporto di Marco (in assenza di altri incursori). Parte da sinistra, spesso con pochi spazi. I numeri sono i soliti, ma riescono molto meno. Nella terza partita, quando è già troppo tardi, cambia lo spartito.

Marco 6: non è la sua giornata e si capisce abbastanza presto. Quando è in forma, il ruolo non conta. Anche da terzino, in altre occasioni, è stato capace di arrivare alla porta. È più lento, meno preciso, forse non sa con chi giocare la palla. Il palo clamoroso su punizione nel primo match poteva cambiare tutto. Cresce piano piano con il torneo. Segna il gol contro Paulista ed è il migliore in campo contro i Maltesi. Serviva un Marco da 8, ma questa volta è stato semplicemente umano.




venerdì, marzo 07, 2014

5 marzo - Katenaccio - L'Apecorina 2 a 3

Non potevamo vincere per sempre. Ma perdere come abbiamo perso ti fa comunque un po’ girare i coglioni. Il Katenaccio perde di uno contro gli amici-cugini de L’Apecorina al termine di una partita tiratissima e in bilico fino all'ultimo secondo, con tanto di epica pioggia torrenziale nel finale. Gli avversari hanno fatto la partita e alla fine non hanno rubato nulla, ma resta l'onta dell'incredibile quantità di gol divorati (e di legni presi) sul 2 a 1 per noi. Avremmo potuto chiuderla da katenacciari doc, facendo le barricate e beffando gli avversari; alla fine la regola 'gol sbagliati gol subiti' è stata, come sempre, implacabile.

Misceo 7: a lui non si può rimproverare proprio nulla. Fa un paio di parate impossibili durante la partita, la pioggia non sembra condizionarlo più di tanto, raramente fa disimpegni errati. Prende tre gol su un rigore, un tapin a mezzo metro e un tiro deviato, ed è tutto dire.

Simone 6: gioie e dolori dalla fascia destra. Un giocatore con il suo scatto e la sua classe, capace di sfasciare in due gli avversari, torna a casa sì con un gol (figlio anche di un tacco sballato di Marco), ma anche con un’ingenuità grave sul rigore concesso agli avversari, un palo e la consueta sensazione che se alzasse un po’ di più la testa, ora commenteremmo un’altra partita.

Max 6.5: veleggiava serenamente verso l’ennesima consacrazione come migliore in campo, poi i cinque minuti fatali gli tolgono premio personale e vittoria di squadra. Arriva tardi sul due a due degli ospiti, non riesce a evitare il 3 a 2 (ma si poteva ben poco). Un’altra prestazione eccellente, ma vanificata dal risultato finale.

Duni 6: stava portando a casa una partita praticamente perfetta. Molto più difensore che ala (Riccio fa il bello e cattivo tempo sulla sua fascia), pronto negli anticipi, presente nelle diagonali, blinda la fascia. Ma basta lasciare un metro (e il piede favorito) al suo avversario diretto per portare gli avversari a pareggiare. Può un solo errore (neanche del tutto suo) compromettere tutto? Sì, può.

Ricky 5.5: i controlli sono degni del peggior Maurizio Martinelli, e abbiamo detto tutto. Non riesce mai a entrare nel vivo della partita (c’è da dire che dalle sue parti c’è molto, molto traffico), non riesce neanche a inserirsi con regolarità, è servito relativamente poco dai compagni sia avanti che dietro. Insomma, non fa l’uovo e gli manca la giocata individuale.

Riccio 5.5: da un lato ti verrebbe di riempirlo di kitemmorti per tutti i gol che si è mangiato solo davanti al portiere (c’è una specie di cucchiaio non riuscito che grida tuttora vendetta), dall’altro ti rendi conto che c’è stato in tutte le occasioni importanti, compreso un pazzesco incrocio dei pali a giro. Ci ha fatto perdere, poteva farci vincere.

Marco 7 (premio stagnola Sky): un gol, un assist voluto solo in parte, un impegno dannato sotto il diluvio universale, un gol mangiato, una marea di sponde in qualsiasi zona del campo e contro qualsiasi avversario. A campanella scaduta, va vicino al gol del pareggio. In partite del genere, di più non gli si potrebbe chiedere.