mercoledì, dicembre 23, 2009

lo spirito katenacciaro non basta

Il Katenaccio perde, e perde male, contro la squadra di Pietro Mera che, ostica di per sè (ma spesso sconfitta), si presenta con una formazione super e mette in ghiaccio sin da subito il match.

I pettirossi si presentano in campo privi di Chilavert, Mimì e il Puma e, giunti alla Cofit, devono registrare il bidone di Cruz, sostituito alla meglio con un passante reduce da una precedente sfida.

Una formazione senza scheletro può difficilmente reggersi in piedi. I Katenacciari, commoventi, fanno quello che possono, ma la sconfitta è apparsa da subito inevitabile. 9 a 5 il risultato finale.

Gino 6,5: torna in campo dopo mesi con una prestazione degna del suo repertorio. Alterna parate impossibili, in uscita bassa, con le gambe, con tiri a colpo sicuro, a follie autentiche (su tutte, il rilancio con le mani finito direttamente sui piedi di Pietro che segna al volo stile Stankovic in Genoa-Inter). Da provare e riprovare, magari dopo settimane di allenamento duro.

Yuri 6: come sopra, alterna grandi momenti da difensore ad uscite palla al piede sconsiderate, errori di posizionamento e eccessi di generosità (o squilibri tattici, a seconda dei punti di vista). Spesso agisce come unico difensore, a causa della scarsissima presenza fisica dei terzini. E' uno dei pochi che riesce a raggiungere la sufficienza.

Duni 5: non onora la fascia di capitano. Di correre corre, si impegna, recupera anche qualche buon pallone sulla tre-quarti, ma non riesce a fare l'uovo. Parte terzino, e Yuri scorazza come ala. Si mette centrale, e rimane solo. Prova come mediano, e non viene servito per impostare la manovra nè si fa trovare pronto. Come mezzapunta prende un palo e poco altro. Poteva e doveva fare il terzino per tutto il tempo, ma le defezioni rendono impossibile l'equilibrio.

Claudio 5: è il ragazzo pescato per caso nelle lande della Cofit. E cammina, per tutta l'ora. Gli avversari, già agonisti per i fatti loro, trovano un avversario cotto e lo sfasciano. Lui è bravo e si vede, ogni tanto parte palla al piede, riesci a segnare.

Pù 6: a due velocità. E non è una metafora. Quando ha la palla tra i piedi lascia sempre intendere di poter fare la differenza, sia al dribbling che al tiro (che sfodera un paio di volte con ottimi risultati). In fase difensiva e nel movimento senza palla, cammina, non pressa, non dà calci e non incide. Non può giocare terzino, anche se chiede proprio quello spazio in campo. Da riprovare, in match con minore agonismo e più tasso tecnico.

Marco 5,5: come Duni, non riesce a fare l'uovo. E in più è rifornito poco e male. Prova tutte le zolle di campo, ma è sempre marcato, non riesce nè a tirare nè a sfruttare la velocità. Il nervosismo, poi, porta ognuno di noi a giocare a testa bassa per svoltare con la soluzione personale, e questo non aiuta il dialogo con il Lukano, in un campo per giunta troppo stretto secondo alcuni.

Lukano 5,5: per quanto corra e si dimeni come suo solito, sembra crederci meno. Isolato, deve inseguire palloni circondato da difensori alti, forti e spesso non dolcissimi di sale. E' anche piuttosto sfortunato in fase di tiro. Il clou è raggiunto quando, con due gol di svantaggio, subisce un colpo al capo. Il disastro è che il botto se lo procura azzoppando Marco. E con un recupero di Duni! Se dice male, dice male.

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