martedì, ottobre 11, 2011

Da campioni a quasi-brocchi: Katenaccio-Proforma 7-6

Il Katenaccio torna al successo soffrendo ogni oltre ragionevolezza contro Proforma. Non tanto per la caratura degli avversari, come sempre in grado di farci passare brutti quarti d'ora, quanto per l'andamento della partita.

2 a 0 dopo 10 minuti, 4 a 0 dopo metà partita, sembrava non ci fosse storia. Fanelli si imbufaliva con i compagni di squadra che non correvano, i nostri arrivavano su tutti i palloni. Poi si è spenta la luce, piuttosto improvvisamente e con un'azione fortuita: scontro tra Duni e De Giglio nell'area avversaria durante l'ennesimo arrembaggio, contropiede sulla fascia e gol facile.

A quel punto ci è pesato tutto: il vento contrario (fortissimo, con cui abbiamo giocato per tutta l'ora), l'assenza di filtro a centrocampo, i piedi non morbidi di Alberto e Dino, le difficoltà fisiche in mezzo alla bufera di Borghezio e Chelino, De Giglio fuori giri nella seconda parte di gara. Lì davanti avevamo solo Sergio, fortissimo cugino di Dario alla prima coi pettirossi, di un'altra categoria ma alla lunga piuttosto svogliato.


La remuntada di Proforma è arrivata sul più bello. Poi, a recupero inoltrato, è stato Alberto, al primo gol col Katenaccio, a portare a casa una vittoria che sembrava scontata e che alla fine non è neanche così meritata.


Cruz 6.5: arriva di corsa da un'altra partita e gioca in porta per la seconda volta consecutiva. Praticamente non fa errori, qualche problema in fase di impostazione del gioco (sopravvaluta le doti tecniche dei suoi compagni di squadra: non tutti hanno i suoi piedi magici) ma porta a casa una prova soddisfacente. È pressochè incolpevole sui gol.


Dario 7: per larghi tratti, il migliore in campo. La sua fascia è praticamente bloccata per tutta la gara, mentre a un certo punto scoppia la sinistra. Cresce col passare dei minuti e a un certo punto inizia a prendere qualsiasi cosa gli capiti dalle sue parti. Qualche problema di troppo con Carofiglio in fase di impostazione, ma la sua prova come difensore è strepitoso.


Alberto 6.5: nel finale finisce nel tergicristalli avversario, molto più bravi di noi coi piedi e decisamente in palla nella seconda metà di partita. Per il resto, c'è molto poco da rimproverargli. Più determinato nel gioco aereo, rischia relativamente poco contro Fanelli, il vento da bufera gli ricorda che è un difensore di ispirazione Scottish Premier League e si fa rispettare. E poi ha il merito di risolvere una partita che stava per diventare inopinatamente drammatica.

Duni 5,5: molti passi in avanti rispetto a giovedì scorso, tutti vanificati negli ultimi minuti quando, un po' per sua incapacità, un po' per lo scoppio di De Giglio, un po' per l'assedio della sua fascia, si trova un paio di volte sul luogo del crimine, buttando malamente palloni riciclati dagli avversari. Per il resto aveva fatto quasi tutto bene: difesa solida, discreta propulsione, i soliti errori di impostazione. Ma nel finale si gioca la sufficienza.


De Giglio 5.5: sarà un caso, ma la partita del Katenaccio è lo specchio della sua prestazione: prima mezz'ora nel vivo del gioco, mai un pallone sprecato, sempre pericoloso sulla fascia e pronto a combattere. Poi finisce la benzina in modo piuttosto rapido ed evidente e non riesce più a dare una mano dietro, né a essere lucido avanti. Salta un'intesa storicamente solida con Duni ed è dalla sua fascia che, infatti, arrivano i dolori maggiori.


Borghezio 6: altra partita di profonda sofferenza. Non è mediano, ma giocando nel cuore del campo deve imparare i movimenti di capitan Puma, specie in partite come queste, in cui la parola 'contropiede' non è solo la filosofia di vita, ma una scelta tattica saggia. E invece quei due passi in avanti lo rendono talvolta spaesato, specie quando i pettirossi giocano sulle fasce, saltandolo malamente. Non sfigura, ma non è leader.


Chelino 6: fa impazzire tutta la squadra. Ha chilometri di spazio per sgroppare, se solo partisse più dietro. Invece, proprio in ragione di quello spazio libero sulla fascia, si inventa terza punta (senza la seconda) e aspetta palloni improbabili, alti e ventosi, ma soprattutto li aspetta spalle alla porta, cioè inadatti per la sua strutura fisica. Si stanca presto, si innervosisce e incide poco. Però segna di testa e questo basta e avanza per garantirgli la sufficienza.


Sergio 6.5: gioca evidentemente col freno a mano tirato. Questo, per larghi tratti, ci basta. Quando punta la porta segna e dribbla come meglio crede. Ma quando la partita si mette male, lui continua a vivacchiare, facendo mancare quel mix di agonismo e cinismo che è chiaramente nelle sue corde. La metà del suo talento, comunque, lo fa svettare sui compagni e sugli avversari in una partita che però, resta incompiuta.

1 commento:

Chilavert ha detto...

scrivere gol fatti e subiti, altrimenti non si può aggiornare il sito :)