venerdì, ottobre 04, 2013

3 ottobre - Real Katenaccio - Gianvito&Friends 7 a 10

Brutta sconfitta del Katenaccio nella partita contro Gianvito Rutigliano e i suoi. Brutta non per la distanza tra le squadre in campo, ma per com'è maturata.

Entrambe le squadre si presentano senza portiere e i pettirossi faticano fino all'ultimo per mandare in campo sette giocatori (alla fine sarà Pippo Fuina a presidiare la fascia destra). Torna Mimì ma manca Chila, torna Boezio ma il mediano continua a mancare. Ci prova Carofiglio, premio stagnola Sky, decisivo sia nel bene che (anche se lui non è d'accordo) nel male.

La sconfitta è brutta perché sembrava assolutamente evitabile. Il Katenaccio domina per mezz'ora, arriva fino al 6 a 3 e sfrutta praticamente tutte le incertezze difensive degli avversari che all'inizio sembrano lenti e imballati. La sensazione è che la squadra abbia mollato psicologicamente troppo presto, proprio perché sembrava in totale controllo. Ma la vittoria degli avversari è prima di tutto merito loro: l'aumento di ritmo nel momento decisivo della partita, la grande quantità di soluzioni offensive sperimentate (segnano praticamente tutti) e soprattutto una gestione intelligente del pallone portano a 15-20 minuti in cui si passa quasi senza combattere da +3 a -3. A quel punto, mossi più dalla disperazione che da un disegno tattico preciso, il Katenaccio torna a giocare a calcio. Ma il tempo scade.

Mimì 6: combatte per tutta la partita, ma non sembra al 100% della condizione psico-fisica. Subisce, come tutto il pacchetto arretrato, dei cali di tensione notevoli, probabilmente determinati anche dalle continue rotazioni dei giocatori che si alternano in porta. Troppi gol presi sotto misura per un centrale di livello assoluto come lui.

Duni 5.5: a fine gara non rimane quasi nulla della sua prestazione. Né errori gravi né grandi colpi, né sgroppate offensive né recuperi difensivi. Gioca quasi sempre uno contro due, e sbaglia in modo quasi totale l'approccio alla partita, non riuscendo mai a capire davvero se fare le barricate o spingersi sull'ala.

Pippo 5: gli andrebbe fatta una statua per averci salvato venendo a giocare e un'altra statua per un paio di lanci precisi al millimetro. Fa però un'enorme fatica sulla sua fascia di competenza. Nella prima parte di gara riesce a reggere, anche perché il resto della squadra gira bene e pressa meglio. Quando però si trova solo e aggredito dagli avversari, si trova spesso a dover cedere il passo e la fascia.

Chelino 6.5 (premio stagnola Sky): tutto si può dire, tranne che abbiamo perso per colpa sua. È largamente il migliore in campo per buona parte della partita. Manca però nel momento decisivo, quando bisognerebbe mantenere i nervi saldi, fare il mediano e giocare di rimessa. Lui però ha corsa ed è generoso, va sull'ala a spingere. Il contropiede, così, diventa l'arma preferita degli avversari, che avendo piedi buoni ci infilzano facilmente.

Boezio 5.5: è l'unico che potrebbe farci fare il cambio di passo, e quando riesce a giocare con la palla tra i piedi e un po' di spazio, domina. Non appena il centrocampo si fa un po' più affollato e gli avversari alzano (di molto) il ritmo, la sua macchina si inceppa. Combatte fino all'ultimo (anche troppo: nel finale si scappa quasi una rissa con un avversario particolarmente provocatore), ma tatticamente sparisce un po'.

Angelo 5.5: dopo cinque minuti è già a quota due gol. Sembra la sua partita. Poi però, forse anche complice la necessità di dover tornare a giocare terzino quando i difensori hanno il loro turno in porta, si perde. Fa tutto troppo di fretta, e troppo spesso troppo da solo, per poter dare una mano quando servirebbe. Calma, testa alta e pressing, e potrebbe diventare devastante per chiunque.

Marco 6: forse la partita meno buona di una stagione fino a questo momento eccellente. Non manca l'appuntamento con il gol, ma non riesce a giocare di squadra come potrebbe e vorrebbe (sistemandosi come prima punta). Non riesce a sfruttare i suoi bolidi per tirare da qualsiasi posizione contro il portiere non di ruolo e nel finale, quando i difensori si arroccano, lui fa (come spesso accade) troppa fatica a trovare la porta. Uomo da contropiede, squadra da contropiede, e abbiamo perso in contropiede.


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